Terzo Anello

Giuntoli: Il Tradimento di un Eroe Napoletano

In un’incredibile svolta degli eventi, Cristiano Giuntoli, l’ex direttore sportivo del Napoli, si è trasferito in modo controverso alla Juventus. Il momento di questo trasferimento non potrebbe essere peggiore per i tifosi del Napoli, poiché arriva subito dopo la loro trionfante conquista del terzo titolo di Serie A, rompendo un digiuno di 33 anni dall’ultimo campionato nel 1990. Le recenti parole di presentazione di Giuntoli hanno lasciato un retrogusto amaro anche a chi non è tifoso del Napoli, ed è facile capire il perché.

Io, per esempio, non mi sarei mai aspettato un simile esito, e in fondo, ancora non riesco a capacitarmene. Sebbene comprenda che essere juventino a Napoli non sia del tutto semplice a causa dei continui scherzi e prese in giro, Giuntoli è riuscito a deluderci tutti. Ha scelto consapevolmente di abbracciare il bianco e nero, crogiolandosi nel suo cinismo perfido, senza una parola per placare l’irriverenza.

Forse crede di aver rivelato un grande segreto unendosi alla Juventus? Purtroppo non è così. Sarebbe stato più rispettabile se lo avesse fatto apertamente a Napoli, affrontando di petto le conseguenze. Avremmo avuto più rispetto per lui, caro Cristiano, se l’avesse fatto da solo e con coraggio.

Giuntoli, un uomo distante dalla città che ha associato solo a Maradona. Il centro sportivo di Castel Volturno è diventato il suo unico punto di riferimento campano. Dopo otto anni di successi personali e professionali, nessuno avrebbe potuto aspettarsi che rimanesse così freddo, impassibile e determinato a partire. Eppure, l’ha fatto nel modo più scorretto per un professionista del suo calibro: ignorando il suo contratto, trasgredendo le norme etiche e andando contro la volontà del suo datore di lavoro, e tutto ciò cambiando squadra dopo i derby più accesi della storia con la Signora.

A partire da Higuain, quei derby sono diventati incredibilmente intensi, e Giuntoli li ha vissuti in prima persona, nella sua solitudine, a partire dall’ultimo anno di Higuain al Napoli. Conosce bene la teoria dell’attaccamento popolare all’azzurro, capisce cosa significhi la coerenza per noi napoletani, anche senza farne parte. È qualcosa che “chiediamo” in modo naturale, anche se non necessariamente meritato, come dimostra l’epilogo di Kim.

Il rispetto, d’altra parte, è qualcosa che un vero gentiluomo comprende. Ma Giuntoli non ha mai festeggiato con noi, ha festeggiato solo per sé stesso, nella sua solitudine, senza mai condividere nulla con Napoli e la sua gente. Con tutto il tempo a sua disposizione, avrebbe potuto scegliere parole più appropriate o almeno un approccio più diplomatico. Non illudiamoci. Deve aver sognato e immaginato questa presentazione per molte notti, da solo nella sua solitudine. Avrebbe potuto fare molto meglio, ma non l’ha fatto.

Alla fine, i ragionamenti vengono spazzati via dal vento, e tutto ciò che rimane è un senso di risentimento, come se la sabbia ci scivolasse tra le dita. Forse perché, a volte, mi piace pensare al peggio, specialmente quando si tratta di un tifoso della Juventus così senza scrupoli.