Dopo un’operazione di “penis enlargement” (estensione del pene) è costretto alla querela del proprio chirurgo estetico. Gli esplode il pene durante un rapporto sessuale.
Il gel dei miracoli non si è faermato al lifting di seni e glutei femminili. Anche gli uomini si rivolgono oggigiorno sempre più sperenzosi alla chirurgia estetica contando sulle proprietà delle celebri fiale di Macrolane per migliorare le dimensioni del proprio organo sessuale. Silicone di qua, silicone di là, i giudici milanesi, ormai quasi abituati a trattare casi di seni rifatti che poi cedono e scoppiano, si sono trovati stavolta di fronte a una causa decisamente più rara di esplosione di pene (nel senso maschile).
Un uomo di 60 anni residente in provincia di Reggio Emilia, evidentemente non contento di quanto avuto in dote da madre natura, tempo fa scoprì sul web la possibilità di affidarsi alle mani esperte di una chirurga estetica romena, con studi in mezza Italia e collaboratrice di una rinomata clinica milanese. E così andò. Tecnicamente, dicono gli atti, si era trattato di «impianto retro pubico di Macrolane (gel iniettabile a base di acido ialuronico) finalizzato ad aumentare l’estensione del pene».
Succede poi che quando meno te l’easpetti, sicuro della tua virilità, nel bel mezzo di un rapporto sessuale, lo sfortunato signore sentì un piccolo botto, accorgendosi, un secondo più tardi, che a esplodere era stato proprio il suo pene. Il gel dei miracoli aveva toppato ancora una volta. In questo caso, passati il dolore, l’infezione ma non di certo l’imbarazzo, è scattata la querela nei confronti della famosa dottoressa che ancora oggi domina sui siti di chirugia estetica, dove espone anche le foto dei suoi “trofei”.
Questa volta però la celebre chirurga estetica ha poco da esultare in quanto la Procura le ha contestato il reato di lesioni colpose gravi, dato che dall’intimo botto del poveretto era derivata «un’infezione con estrusione del gel da flogosi dell’asta peninea» guaribile in 40 giorni.
Inoltre, sempre secondo l’accusa, il medico non si era curata di approfondire gli effetti collaterali (il paziente era diabetico) e non aveva ottenuto neppure l’obbligatorio consenso informato, avendo molto sorvolato sui possibili rischi. L’aspetto paradossale della vicenda è che il consulente medico-legale della Procura ha attestato che le misure della parte lesa (in tutti i sensi) erano assolutamente normali. Il processo, comunque, non si farà: alla prima udienza, l’uomo ha revocato la querela dopo aver intascato un risarcimento di 8 mila euro.