Gli ultimi dati ISTAT confermano un calo delle vendite dei prodotti alimentari che diminuiscono dell 0,2% a ottobre rispetto al mese precedente. Nei primi 10 mese del 2013 il commercio cala complessivamente del 2,2%.
Vendite al dettaglio in calo a ottobre e a soffrire maggiormente sono i prodotti alimentari, a testimonianza che gli italiani tagliano ancora sul cibo. Secondo quanto afferma l’Istat, a ottobre l’indice delle vendite al dettaglio diminuisce dello 0,1 per cento rispetto al mese di settembre. Nella media del trimestre agosto-ottobre 2013 l’indice registra una calo dello 0,4% rispetto ai tre mesi precedenti.
L’istituto spiega come gli italiani tagliano ancora sui generi alimentari, nel confronto con settembre 2013, le vendite di prodotti alimentari diminuiscono dello 0,2 per cento, quelle di prodotti non alimentari dello 0,1%. Rispetto ad ottobre 2012, l’indice grezzo del totale delle vendite segna una diminuzione dell’1,6%, sintesi di una flessione dello 0,6% per le vendite di prodotti alimentari e del 2,3% per quelle di prodotti non alimentari.
Guardando alla tipologia di negozi, nel confronto con l’anno precedente si rintracciano variazioni negative sia per la grande distribuzione organizzata (-0,2%) sia per le piccole imprese, salumerie, macellerie, fruttivendoli etc etc. (-2,9%). Nel confronto con i primi dieci mesi del 2012, nel periodo gennaio-ottobre 2013 le vendite di prodotti alimentari segnano una calo dell’1,3% e quelle di prodotti non alimentari del 2,8%, per una flessione complessiva del 2,2%.
Aumenta la “severa deprivazione materiale”: sempre più individui non possono permettersi durante l’anno una settimana di vacanza (dal 46,7% al 50,8%), non hanno potuto riscaldare adeguatamente la propria abitazione (dal 18,0% al 21,2%), non riescono a sostenere spese impreviste di 800 euro (dal 38,6% al 42,5%) o non possono permettersi un pasto proteico adeguato ogni due giorni (dal 12,4% al 16,8%). La disperazione del Mezzogiorno.
E’ soprattutto la “severa deprivazione materiale”, cioè l’indigenza e l’impossibilità di affrontare spese quali il riscaldamento della casa, le vacanze, l’apporto di un numero sufficiente di proteine alla propria dieta, a preoccupare: significa che la qualità della vita nel Belpaese è pericolosamente decaduta, mentre finora teneva nonostante l’iniqua distribuzione del reddito.